I passi dell’angelo — Diana Sánchez





(Immagine: Stephen Cochrane)

C
ontro il vento
. Faccia al sole. Non si proietta la sua ombra sopra il muro. sui marciapiedi. Lui non ha ombra. Neppure un’ombra d’angelo. Non si affretta. Né si preoccupa di arrivare. Si arriva comunque, pensa l’angelo.
Attende fino a quando la luce del semaforo s’illumina di verde. E attraversa con passi sicuri. Di spalle.
L’uomo-quasi-angelo solleva dalle spalle della gente le macerie del passato. E scruta nel futuro, forse il paradiso.
Allora sì, dispiega le ali lacerando la camicia che gli fiammeggia impazzita sulla schiena. E un pandemonio di falene e lucciole che dormivano all’esterno prende a battere le ali, anch’esso follemente.
Giù in basso,
cresce l’ombra di un grido nella città che sta morendo.


Diana Sánchez (Argentina), Los pasos del ángel


(Tradotto da Químicamenteimpuro)

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