.
Una volta, a Vienna, mi raccontarono una storia. Che c’era
stato un vecchio tassista (un certo Otto, o Franz, o Günther, non lo ricordo
più) conosciuto da tutti, la favola della città. Il tassista, pare, era ateo.
Ma prima di passare all’altro mondo volle che gli chiamassero un prete. Sul
letto di morte, fra rantoli e colpi di tosse, confessò al sacerdote il suo
unico peccato. Era la leggenda che girava per le birrerie, la fonte di crasse
risate per un bel po’ di austriaci da almeno cinquant’anni. Il tassista – che
all’epoca ancora non guidava la sua Daimler, ma una comune carrozza con cavallo
– un giorno era stato sul punto di cambiare la storia del mondo. Era successo
quando un giovane pallido, piuttosto basso, dallo sguardo assente e febbrile,
gli aveva di colpo attraversato la strada, nel nono distretto. Il tassista – o
meglio, il cocchiere – aveva fatto in tempo a tirare le briglie, evitando il
ragazzo. Quello, masticando un’imprecazione, aveva raccolto da terra il quadro
che aveva sottobraccio, forse un acquerello. E poi aveva proseguito, senza
nemmeno voltarsi, verso la Berggasse.
Nemésio Brito de Almeida (Portogallo), O Homem que não mudou a História
( Tradotto da O Homem Memoh, Ed. Conímbriga 1992)
Nemésio Brito de Almeida (Portogallo), O Homem que não mudou a História
( Tradotto da O Homem Memoh, Ed. Conímbriga 1992)
Cheguei a ficar confusa, mesmo com a menção à aquarela, pensando que se tratasse de S. Freud, também morador do Lugar e que, de outra maneira, influiu bastante na História. Apenas a imagem que usou, definiu o texto.
RispondiEliminaum abraço, Stefano.
Acho que o conto se refere mesmo à aquarela que Hitler - assim parece - doou a Sigmund Freud...
RispondiEliminaUm abraço minha querida