E mentre la madre lega la bambina alla sedia con la cintura dei vestiti, mentre il barbiere taglia i capelli al nonno, mentre il padre dice alla bambina, Le prugne verdi non si devono mangiare, durante tutti questi anni una nonna sta nell’angolo di una stanza. Segue assente l’andirivieni e i discorsi in casa, come se fuori, di mattina, il vento si fosse già disceso, come se in cielo il giorno si fosse addormentato. Durante tutti questi anni la nonna canticchia tra sé a bocca chiusa una canzone.
La bambina ha due nonne. Una si avvicina al letto col suo amore la sera e la bambina sta a guardare il bianco soffitto, perché lei presto pregherà. L’altra si avvicina al letto col suo amore la sera e la bambina osserva i suoi occhi scuri, perché presto canterà.
Quando la bambina non riesce più a vedere il soffitto e gli occhi scuri, si prepara a dormire. Una delle due non prega fino alla fine. Si alza nel mezzo della preghiera e se ne va. L’altra canta la canzone fino alla fine, il suo volto è inclinato, perché canta tanto volentieri.
Quando la canzone è finita, lei crede che la bambina sia sprofondata nel sonno. Dice: Riposa la tua bestia del cuore, oggi hai giocato così tanto.
La nonna che canta vive nove anni in più rispetto alla nonna che prega. E sei anni in più vive la nonna che canta rispetto alla propria ragione. Non riconosce più nessuno in casa. Conosce soltanto le sue canzoni.
Una sera va dall’angolo della stanza al tavolo e dice al chiarore della luce: Sono così contenta, che tutti voi siate con me in cielo. Non sa più d’essere in vita e deve cantare se stessa fino alla morte. Non contrae nessuna malattia che la possa aiutare a morire.
Herta Müller, da Il paese delle prugne verdi (Herztier, 1994)
(Traduzione italiana di Alessandra Henke, Keller editore, 2008 — tratto da Sagarana.it)
La bambina ha due nonne. Una si avvicina al letto col suo amore la sera e la bambina sta a guardare il bianco soffitto, perché lei presto pregherà. L’altra si avvicina al letto col suo amore la sera e la bambina osserva i suoi occhi scuri, perché presto canterà.
Quando la bambina non riesce più a vedere il soffitto e gli occhi scuri, si prepara a dormire. Una delle due non prega fino alla fine. Si alza nel mezzo della preghiera e se ne va. L’altra canta la canzone fino alla fine, il suo volto è inclinato, perché canta tanto volentieri.
Quando la canzone è finita, lei crede che la bambina sia sprofondata nel sonno. Dice: Riposa la tua bestia del cuore, oggi hai giocato così tanto.
La nonna che canta vive nove anni in più rispetto alla nonna che prega. E sei anni in più vive la nonna che canta rispetto alla propria ragione. Non riconosce più nessuno in casa. Conosce soltanto le sue canzoni.
Una sera va dall’angolo della stanza al tavolo e dice al chiarore della luce: Sono così contenta, che tutti voi siate con me in cielo. Non sa più d’essere in vita e deve cantare se stessa fino alla morte. Non contrae nessuna malattia che la possa aiutare a morire.
Herta Müller, da Il paese delle prugne verdi (Herztier, 1994)
(Traduzione italiana di Alessandra Henke, Keller editore, 2008 — tratto da Sagarana.it)
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