Tiresia — Publio Ovidio Nasone

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(Immagine: Joachim Brink)


Venutosi a risapere questo fatto, Tiresia si acquistò meritatamente un nome in tutte le città dell’Acaia, e la sua fama d’indovino era grande. Unico e solo, Penteo figlio di Echíone, gran miscredente, disprezza il vecchio e se la ride delle sue parole profetiche, rinfacciandogli anche la disgrazia di aver perduto la vista e di essere immerso nel buio. Scuotendo i ciuffi bianchi sulle tempie, dice Tiresia:
«Che fortuna sarebbe per te, se anche tu fossi privato di questa luce! Cosí non vedresti i sacri riti di Bacco. Giorno infatti verrà, prevedo, e tra non molto, che qui arriverà un nuovo dio, e allora ti lagnerai che in questo buio io abbia visto troppo bene».


Publio Ovidio Nasone, Metamorfosi, III, 511-525

(Versione a cura di Pietro Bernardini Marzolla, Einaudi 1979)

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