Idiosincrasie — Angela Schnoor

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(Illustrazione: Dan May)


Quando loro passavano per le strade la gente della città era già in attesa dello spettacolo. Si diceva addirittura che, senza saperlo, avrebbero inventato il cinema. Tomek, il più vecchio, riempiva lo spazio con lettere, frasi, poesie e storie che fuoruscivano dalle sue orecchie e si spargevano nell'aria. L'altro, Tarek, quando si incontrava con l'amico, riuniva i testi e li accomodava sopra immagini fantastiche che gli sbocciavano dalla bocca semiaperta. Tutti sapevano che quei due erano nati con delle limitazioni — il primo era muto, il secondo cieco.


Angela Schnoor (Brasile), Idiossincrasias

(Tradotto da Microargumentos)

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