Confessioni di una ragazza in rosso — Lilian Elphick

.


Lo conobbi quando camminavo nei boschi di Chinaski (1). Avevo raccolto molti funghi quando apparve tra i cespugli: — Cosa fa una ragazza come te in un posto come questo? La domanda era volgare, un luogo comune, però mi piacquero i suoi occhi di un nero inquietante. Immaginai subito la scena: Wolf che mi prendeva per la vita e mi dava enormi leccate al collo. Gli mostrai il cesto pieno di gustose amanite. — Possiamo andare a casa tua e cucinarli flambé con vino bianco, proposi. Wolf sorrise e lasciò spuntare un canino: — No, cara, quelli sono velenosi. Velenosi? Non ne avevo idea. Le gettai lontano e mi svestii, terrorizzata che i miei abiti fossero contaminati. — Resta col mantello, ti prego, supplicò, con voce rauca. Me ne accorsi.
— Signor Wolf, devo confessarle che...
— Sì? Dimmi, creatura incantatrice.
— Be’, mi vergogno... ho commesso una leggerezza, per la mia indole impulsiva.
— Ma, di che si tratta?, ruggì, pieno di desiderio. I suoi artigli quasi graffiavano la mia pelle.
— Ecco, ho saziato parzialmente la mia voglia con il più grande di quei funghi nocivi. E ora morirò. Che stupida sono stata!
Lui scoppiò a ridere, soffiò e soffiò e i capelli mi scompigliò. Ci baciammo con passione da carrettieri. Il bosco di Chinaski si chiuse su di noi solo perché potessimo amarci meglio. Fece bene il suo lavoro. Ben presto la lingua gli si gonfiò e gli spuntarono delle pustole violacee. Cadde a terra emettendo schiuma perfino dalle orecchie.
— Ah, Wolf, credi ancora nelle favole — conclusi, mentre gli rubavo il portafogli, l’orologio e le eleganti scarpe di capretto.

(1) Henry Chinaski, il famoso pseudonimo di Charles Bukowski (N.d.T.)


Lilian Elphick (Cile),
Confesiones de una chica de rojo
 
(Tradotto da Confesiones de una chica de rojo, Mosquito Editores, Cile, 2013)

3 commenti: