Guardo il fiume — Nemésio Brito de Almeida

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Il fiume è immenso, è un mare. Passo ore a fissare il pelo dell’acqua, i vortici che fanno impazzire i legni, i mulinelli che inghiottono stracci e rifiuti e restituiscono fiotti di fango.
Un pallone scorre via veloce. Un gabbiano lo scambia per una preda, garrisce, si abbassa e sta per tuffarsi. Poi capisce e rinuncia, traccia un semicerchio grigio nell’aria.
Io continuo a fissare il fiume. È immenso, un mare. Continuo a aspettare.
Aspetto di scorgere, un giorno, quel relitto gonfio, scomposto, che abita tutti i miei sogni. Quel corpo trascinato via che, passando rapido, si girerà verso di me.
Mi guarderà, per un attimo, e io lo guarderò.
Il mio volto tumefatto, bluastro, senza espressione.


Nemésio Brito de Almeida (Portogallo), Olho o Rio

(Tradotto da O Cata-vento dos Caracóis, Ed. Conímbriga 2009)

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