Il piacere — Rosalba Campra

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L’uomo di cui tratta questo racconto era immensamente ricco. Disponeva pertanto di una casa con una smisurata quantità di stanze, cortili interni, giardini, cantine, torri di punizione, eccetera. Per lo stesso motivo aveva a disposizione, oltre alla sposa principale e a tutte le mogli di rango secondario, le concubine regolamentari, reclutate fra le vergini più promettenti della regione e, com’è ovvio, le serve che ognuna di quelle aveva al proprio servizio. Tutte, naturalmente, istruite con minuzia nell’Arte dell’Alcova, nella quale, come d’uopo, anch’egli era maestro, cosa che non mancava di rendersi evidente ogni qualvolta si dedicava loro tenendo conto dell’ordine e dell’assiduità che la categoria di ciascuna di quelle implicava.
Quando una qualche pausa lo rendeva possibile, visitava un postribolo d’alta classe dove, in compagnia di cortigiane addestrate appositamente, trascurando i piaceri sempiterni a cui lo destinava la sua condizione di padrone e signore di tante consorti, concubine e affini, tutte col medesimo diritto a esser soddisfatte indipendentemente dal rango, poteva finalmente abbandonarsi senza remore all’Arte della conversazione, alla musica e alla poesia.


Rosalba Campra (Argentina), El placer


[Tradotto da Ella contaba cuentos chinos, Del Centro Editores, Madrid 2008. Seconda edizione: Cuentos del cuchillo de jade, Al margen, La Plata (Argentina), 2010 — revisione linguistica dell’Autrice]

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