Sogno Dio — Jasper Mortensen

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Sogno Dio.
Mi capita spesso, di recente.
È una statua gigantesca di vescovo-guerriero, di un bianco accecante, e si sporge da un’altezza vertiginosa.
A volte invece, è una vecchina sudicia, un mucchio di stracci che puzza di piscio, e ripete cantilene fastidiose, senza senso.
In un’occasione Dio era una particella minuscola. Un atomo solitario. Galleggiava nell’infinito buio, gelido, dentro una notte eterna. Si rigirava e rigirava, ma la sua non era mai inquietudine.

Sogno Dio.
E mi parla sempre in lingue sconnesse, differenti, impossibili. Che però capisco.
Quando Lo sogno, e Lui parla con me, non sono spaventato.
Mi atterrisce solo che nei suoi discorsi non ci sia mai Satana, o il Male. Né il prossimo diluvio universale.

E neppure l’Uomo.


Jasper Mortensen (Canada), I Dream about God

(Tradotto da The End, My Friend, The End, inedito)

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