Sono un uccellino adesso — Carlos Tijolo

.



Dicono che sono malata, però non ci credo. Bisogna essere stati nei miei panni negli ultimi anni per capire come il mio comportamento, dopotutto, sia abbastanza razionale. Una ragazza non ne può più di essere l'eterna cicciottella senza mai fidanzato. Di giurare perfino che mangia poco, ma tutti pensano che si abbuffi di nascosto. Ammetto pure una certa ossessione per il peso, qualche eccessi di tanto in tanto, ma ripeto: una gioventù come la mia, e poi a un dato momento l'ago della bilancia che indica ribrezzo a chilogrammi, nient'altro.
Curioso che non ricordi d'essere venuta in ospedale ieri. Non mi piace che mi portino qui. Mi sedano e ne approfittano per infilarmi cibo dentro con un tubo. Lo capisco subito. Dopo mi dànno pappette per neonati e mi sorvegliano. Torno a casa sempre grassa e brutta, come prima. Eppure oggi c'è qualcosa di diverso: la sveglia ha suonato e io mi sono sentita leggera come dentro un sogno. Sono salita sulla bilancia là accanto e la freccia nemmeno si è mossa. Mi fa innervosire che lo specchio non funzioni. E il trillo continuo di questa stupida sveglia che non si sta zitta... E questa gente con i camici che irrompe all'interno della stanza e mi ignora - qualcuno può indicarmi uno specchio che funzioni, per favore?


Carlos Tijolo (Portogallo), Sou um pássaro agora

(Tradotto da Vôo Outro)

1 commento:

  1. Grande surpresa, Stefano! Muito obrigado. É curioso ler um conto meu assim traduzido, pois a diferença na língua abre uma certa distância que me ajuda a lê-lo como se não o tivesse escrito...
    Um abraço,
    Telmo

    RispondiElimina