Favola bianca — Lilian Elphick

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(Immagine: Ms73)


La favola che non è favola cerca sui propri passi l'inizio della storia. Spessa nebbia cancella le sue orme; pioggerella persistente infradicia il suo entusiasmo; fumo della scrittrice la rinchiude nello scrigno sboccacciato; mano traditrice la descrive con timbri d'acqua. Ma favola conosce la sua meta e ormai sa il nome delle pietre. Inciamperà nel liscio ricordo; calpesterà il rotondo oblio; passerà davanti al poroso amore in punta di piedi, con le scarpe sotto le ascelle e il silenzio slacciato. Subito distingue il principio dove tutte le parole si riuniscono. Com'è naturale, a quell'ora e con quel freddo, quelle dormono. E non è in grado di svegliarle. Se guarderà all'indietro, può darsi che la tigre la trasformi in esfoliante per talloni. E allora chiude gli occhi, e aspetta che arrivi il finale.


Lilian Elphick (Cile), Fábula blanca

(Tradotto da Ojo Travieso)

1 commento:

  1. Adoro esta fábula, no paro de imaginar al tigre exfoliándose los talones.

    Gracias por traerla, Stefano.

    Un abrazo,
    Izaskun

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