Non era il suo turno — Sergio Gaut vel Hartman

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(Immagine: Joiton)


Non era il suo turno

Gregor Samsa si risvegliò trasformato in un mostruoso dinosauro. Ma non era da solo. In un angolo della camera da letto, indifferenti a tutto, Borges, Kafka e Monterroso discutevano sopra fantasia, eternità e scarafaggi. Samsa riprese fiato sollevato, rendendosi conto di essere soltanto un sogno di quegli scrittori, e ritornò a dormire.


Kafkiana

Jorge Luis Borges correva tra le dune di un deserto, nella pioggia. Aveva l’impressione di essere inseguito da un alfiere, ma non riusciva a ricordare le leggi degli scacchi, se mai le avesse conosciute. Sognava finali perduti, e temeva di svegliarsi tramutato in un insetto mostruoso con tante zampe, ridicolmente minuscole, ribaltato sul duro del suo dorso. Nel sogno non si chiamava Borges, ma Gregor Samsa. Non c’è via d’uscita, mugugnò; era una situazione kafkiana, senza dubbio. Decise di continuare a correre e di affidarsi al Caso.


Sergio Gaut vel Hartman (Argentina), No era su turno e Kafkiana

(Tradotto da Químicamente impuro)

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