La casa — Carlos Suchowolski Kohn

.

Indietreggiai di spalle mentre fissavo la facciata con precisione maniacale. Osservandola attraverso l’obiettivo, l’angoscia andava sostituendosi alla rabbia che mi aveva spinto a uscire al suono dei colpi e dei sussulti delle pareti. Mi rifiutavo di capire perché si fosse comportata come in preda all’ubriachezza, facendo sì che i miei sensi passassero il punto di rottura, e allora feci per tornare indietro, anche se avrebbe voluto dire rinnegare la mia dignità, accettando (con le prevedibili conseguenze) la sottomissione incondizionata; elemosinare d’essere accolto persino come schiavo, prometterle ciò che… ciò che avrebbe finito per lasciarmi senza neanche un pugno di mosche, come altre volte mi era già successo. Con un colpo di coda, un’ondata di rabbia residua mi aggredì, e mi obbligò a stringere i denti mentre premevo involontariamente l’otturatore, immortalando, come si suol dire, la facciata. E in quel momento riuscii a vedere quanto succedeva: si stava disfacendo, là, dietro!... da dietro, dal fondo…! Stava svanendo al tempo stesso in cui cadeva a pezzi!
Finalmente compresi ogni cosa… Come ero potuto essere tanto cieco e stupido…! Avevo barato così da abbandonarla e da sopravviverle…! Avevo messo in scena un’assurda pantomima per non vedere… l’orrore, e risparmiarmi la caduta! Lei sapeva che non l’avrei lasciata volentieri, che avrei preferito morire insieme a lei, abbracciato dalle sue pareti, schiacciato sotto le sue macerie… Desiderai odiarla ancora… ma non ci riuscii… E mentre lei scompariva, sola, abbandonata, pezzo dopo pezzo… il tetto, la facciata, il giardino… in ultimo il cancello…, io restavo là davanti, preservato dalla rovina senza averlo desiderato. La macchina fotografica mi tremava tra le mani con la foto dentro, ancora non svelata, fragile ed effimera, come tutto, rifiutandosi, come me, nella sua debolezza, di ammetterlo.


Carlos Suchowolski Kohn (Spagna), La casa (un microcuento)

(Tradotto da
Una botella llena de luciérnagas)

6 commenti:

  1. Bello!!
    mis felicitaciones Carlos !!!

    RispondiElimina
  2. Ti amo, grazie mille adrianaz... di cuore... Y visítame allí donde estoy (varios) y manifiéstate allí a piacere...

    RispondiElimina
  3. Ciao Carlos
    La storia è ancora più affascinante, narrato in italiano. Ciao "Marcelo", buon viaggio per la micro-storia

    RispondiElimina
  4. Grazie mille: "Anónimo/A" que suele llamar Marcelo tutti... ¡Certo, suona bellicimo in italiano! Buon viaggio ancora per te... e buon sogno con me...

    RispondiElimina