Il Portogallo, il baule e Virgínia — Márcia Frazão

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Quando arrivò in Brasile, Virgínia conservò il Portogallo dentro un enorme baule di legno. Lo ricoprì con un telo a fiori e pieno di frange. Lì dentro la Lusitania se ne stava tranquilla, in attesa che Virgínia l'aprisse quando avesse provato nostalgia. All'inizio il baule veniva aperto circa tre volte al giorno. Virgínia si toglieva le scarpe, si sedeva sul bordo e infilava i piedi fra le tovaglie, federe, lenzuoli e album di fotografie del fiume Dão. Ignaro di quelle strane acque, il fiume rotolava ciottoli fra le dita della ragazza che un giorno aveva conosciuto a Mangualde. In quei momenti, Virgínia piangeva. Le lacrime bagnavano i panni dell'oceano che orlava Lisbona. Di colpo i ciottoli si asciugavano in modo che lei e Amália Rodrigues salissero fino a Rua do Capelão. Salivano cantando come soltanto le portoghesi cantano. Anche il Portogallo piangeva in quei momenti. Prendeva una chitarra dimenticata sul fondo del baule e dipingeva note sopra un fado. Non so se per fato o per destino, un giorno Virgínia si tuffò nel Dão e non ritornò mai più. Il baule seguita a restare nello stesso posto, chiuso, sigillato, dolente come il fado. La chiave? Virgínia l'ha portata via con sé...


Márcia Frazão (Brasile), Portugal, o Baú & Virgínia

(Tradotto da O Fantasma de Chet Baker — estratto dal romanzo Amor se faz na Cozinha, Editora Bertrand)

3 commenti:

  1. Stefano, Márcia é minha amiga e aprecio muito seus livros e histórias. Creio que vai ficar feliz por você ter traduzido seu texto. Eu gostei muito da novidade.
    Um abraço da Angela.

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  2. Adorei o seu trabalho!!!!!!
    Mil luas para você!
    Marcia Frazão

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  3. É o Minotauro que tem de agradecer as grandes escritoras que... encontra no labirinto.

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