L'Enigma della Sfinge — Jesús Ademir Morales Rojas

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(Fernández Balbuena, Desnudo, 1922 — Madrid, Museo Reina Sofia)


Convinto della futilità dell'esistenza salgo sulla Macchina del Tempo. Arrivo all'anno desiderato. Sono subito davanti a quella casa a me così ben nota. È l'aurora. Mi introduco attraverso una finestra. Il rumore della mia intrusione, seppur lieve, si può percepire. Qualcuno fra le ombre mi rivolge una domanda. Indovino quel volto praticamente identico al mio. Lo colpisco al cranio con la mia pistola. Cade. Si dissangua. Ho pochi minuti. Sono sufficienti. Mi spoglio nudo. Vado in camera da letto. Battiti del cuore. Finalmente! Una giovane donna dentro il letto, nell'oscurità. Pronuncia il mio nome. Proprio quello. Sì, sono io. Va tutto bene. Abbracciami. E così, sapendo che è il mio ultimo desiderio che si compie, mi abbandono all'ardente passione che ho sempre sognato, fuso corpo nel corpo con la mia adorata madre.


Jesús Ademir Morales Rojas (Messico), El Enigma de la Esfinge

(Tradotto da Químicamente impuro)

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