Sapienza di Laio — Cristian Mitelman

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(Immagine dal film di Pier Paolo Pasolini Edipo re, 1967)


A differenza delle versioni più tradizionali del mito, Laio era un uomo che conosceva il proprio destino. Sapeva che uccidere Edipo era impossibile e che, per uno di quegli stratagemmi della divinità, il figlio sarebbe tornato per farla finita con la sua stessa carne.
Nel corso degli anni rimase vedovo e si risposò con una ragazza alla quale impose il nome della ex moglie.
Fece credere a Tiresia che la prima Giocasta fosse ancora viva, in modo che il cieco non sapesse di trovarsi di fronte a un'altra donna. (Per questo motivo - ovviamente - Laio ordinò alla ragazza che stesse sempre alla larga da quel contafavole cieco, il cui unico dono era anticipare storie amare.)
Allora comunicò al vecchio il timore di venir assassinato, e che un figlio perduto nella notte si sposasse con sua moglie.
A un crocicchio Laio perse la vita; Edipo si diresse alla città, al governo e al cosiddetto letto della madre, mentre Tiresa coniò un falso segreto che fu tramandato assai più tardi, nel pieno della peste.
Per Laio era chiaro che il proprio assassino - nel bel mezzo di una rivelazione tanto crudele quanto falsa - si sarebbe strappato gli occhi e avrebbe marciato verso un esilio rovinoso. Ma doveva vendicarsi, perché era l'unico modo per poter ristabilire l'ordine dell'universo.


Cristian Mitelman (Argentina), Sabiduría de Layo

(Tradotto da Breves no tan breves)

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