Effimero e letterario — Javier O. Trejo

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(Immagine: Antonio Bokel)


Roberto Brentano era uno scrittore del tipo di Vila-Matas, o di Auster o dello stesso Borges, di quelli che scrivevano sopra la scrittura. Le trame erano letterarie, i personaggi: scrittori, lettori, editori, correttori, traduttori, critici, collezionisti, librai, bibliotecari. Il suo personaggio preferito, o almeno quello più ricorrente, era uno scrittore che cercava la sua consacrazione e tuttavia avrebbe voluto passare inosservato. Scriveva a più non posso e usava pseudonimi. Creava riviste e antologie per pubblicarsi, ma in fondo a spingerlo era un qualche prurito sconosciuto. Partecipava ai concorsi e otteneva premi piccoli, semplici menzioni, quarti posti, mai qualcosa che comportasse la pubblicazione del testo. Scrisse la sua biografia diverse volte, ma rimasero solo le brutte copie. Dicono che il suo romanzo Libro sia la storia del fallimento premeditato, della accurata pianificazione della letteratura inesistente. Ma questa è una supposizione, non ho mai letto nulla di Roberto.


Javier O. Trejo (Messico), Efímero y literario

(Tradotto da Químicamente impuro)

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