(Gustave Moreau, Œdipe et le Sphinx, 1864 — Metropolitan Museum of Art, NY)
Se ne andava tranquillamente per la strada piena di sole, un po’ stanco della passeggiata e stufo per la polvere e per le tante seccature.
A quel punto gli si piazza davanti un uccello ridicolo con la coda da bestia feroce e la faccia da donna affamata.
— Tu chi sei? — domandò l’uccello, sbarrandogli la strada.
— Sono Edipo.
— E io sono la Sfinge.
— Ho già sentito parlare di lei, sissignora. Ora compermesso. Vado di fretta. Buonasera.
L’uccello scosse la coda, si passò la lingua fra le labbra, impegnò ancora di più la strada con le ali aperte e disse, in un sorriso voglioso:
— Fermo lì. Sto per farti una domanda. Se non risponderai, lo sai già, ti mangio. Qual è…
— Che mania di fare domande! — commentò Edipo. Estrasse la bomba a mano dalla sacca di cuoio che portava a tracolla e la infilò, con un gesto scaltro, nella bocca aperta dell’uccello.
Ascoltò lo scoppio e proseguì il suo cammino verso Tebe. In tranquillità, ma stavolta veramente stufo per la polvere e per le tante seccature.
Mário-Henrique Leiria (1923-1980), Mania das perguntas (in Novos Contos do Gin, 2ª ed., Editorial Estampa 1978)
(Tradotto da Antologia do esquecimento — revisione linguistica di Francisco de Almeida Dias)
Se ne andava tranquillamente per la strada piena di sole, un po’ stanco della passeggiata e stufo per la polvere e per le tante seccature.
A quel punto gli si piazza davanti un uccello ridicolo con la coda da bestia feroce e la faccia da donna affamata.
— Tu chi sei? — domandò l’uccello, sbarrandogli la strada.
— Sono Edipo.
— E io sono la Sfinge.
— Ho già sentito parlare di lei, sissignora. Ora compermesso. Vado di fretta. Buonasera.
L’uccello scosse la coda, si passò la lingua fra le labbra, impegnò ancora di più la strada con le ali aperte e disse, in un sorriso voglioso:
— Fermo lì. Sto per farti una domanda. Se non risponderai, lo sai già, ti mangio. Qual è…
— Che mania di fare domande! — commentò Edipo. Estrasse la bomba a mano dalla sacca di cuoio che portava a tracolla e la infilò, con un gesto scaltro, nella bocca aperta dell’uccello.
Ascoltò lo scoppio e proseguì il suo cammino verso Tebe. In tranquillità, ma stavolta veramente stufo per la polvere e per le tante seccature.
Mário-Henrique Leiria (1923-1980), Mania das perguntas (in Novos Contos do Gin, 2ª ed., Editorial Estampa 1978)
(Tradotto da Antologia do esquecimento — revisione linguistica di Francisco de Almeida Dias)
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