Il fabbricante di sogni — Juan Yanes

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(Immagine: Sara Saudek)

Il bambino
vola con gli uccelli del mondo torcendo l’asse della sfera terrestre per non graffiare gli astri e i corpi che girano e girano nello spazio. Però piange, anche, perché non vuole che finisca il giorno e tutto si confonda nell’oscurità. Di tutte le porte che vi sono per uscire, sceglie sempre quella chiusa perché ha la chiave d’oro che la apre. Si mangia le perle della collana, come se invece di perle fossero frutti di un grappolo, mangia i fichi bianchi di latte col loro capezzolo di cristallo. Le mappe cambiano i confini delle regioni e le catene montuose e il corso dei fiumi e gli oceani come se fossimo al termine di una glaciazione. Ma essendo, quale è, un sognatore straordinario, ancora non controlla gli sfinteri ed orina a letto e tutti a casa lo prendono in giro, dopo aver ascoltato strabiliati il racconto dei suoi sogni.

Juan Yanes (Spagna), El fabricante de sueños


(Tradotto da Máquina de coser palabras)

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