Gli ottanta angoli del mondo — Jorge Souto Browne

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(Immagine da Manuel de Azevedo Fortes, O engenheiro portuguez: dividido em dous tratados, 1728-1729 — Universidade do Porto)



Per quel che risulta, si parla degli ottanta angoli del mondo esclusivamente in due libri: ne La geografia mirabile, di Jacopo Fulgenzio Füssli (Novara, 1804), e nell’Atlas van de Bekende Wereld, di Martinus van Boendale (Amsterdam, 1915?).
Dei due testi, il secondo è sicuramente più completo e interessante: van Boendale elenca luoghi, etnografie e curiosità d’ogni genere – con tanto di mappe e illustrazioni –, dalle palme sonore melanesiane di Tulumbu, ai funerali cannibali degli irochesi di Cape Tear (ma delle palme di Tulumbu si parla anche nell’altro volume, che peraltro è l’unico a citare i pigmei monocoli del Madagascar e l’Isola di Formaggio al largo delle Bocche di Bonifacio).
In realtà, è scopo di entrambi i libri quello d’«esser al servizio del viaggiatore d’ogni provenienza, sia egli esploratore per diporto o avventuriero in incostanti, ignote, e quand’anche perigliose latitudini» (La geografia…, pag. 18). Ma le analogie fra le opere in questione non si fermano qui e sono abbondantissime: come giustificare, in particolar modo, la divisione di tutt’e due i tomi – e quindi del mondo – in ottanta capitoli?
Fra il novarese Füssli e l’olandese van Boendale intercorre un secolo abbondante. È certo, poi, che Füssli non abbia mai conosciuto l’idioma fiammingo, e che dell’Atlas non esistano traduzioni in altre lingue. Inoltre, come se non bastasse, non v’è traccia alcuna di scambi epistolari fra gli eredi dello studioso ottocentesco con l’autore di Amsterdam.
I linguisti osservano che di questa strana coincidenza, per così dire, geografico-numerica, non esiste traccia nei modi dire dei vari idiomi del pianeta. Al massimo possiamo solcare i sette mari, ma di sicuro non tocchiamo gli ottanta angoli del mondo.
(Vale però la pena di citare lo stravagante studio di Saturnino Rodríguez Serna, Los 80 días de Julio Verne, Cartagena 1945, in cui si avanza la cosiddetta tesi ochentológica.)


Jorge Souto Browne (Inghilterra/Portogallo), Os Oitenta Cantos do Mundo

(Tradotto da A Curiosidade do Carniceiro Cego, Oúltimofarol Ed., 2006)

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