Si dice che l'imperatore Ottone di Aquisgrana fosse così tanto perfezionista che, occorsogli una volta un attacco acuto di profondissima malinconia, e avendo deciso fra tristi delirî di porre fine alla sua vita, mise così estrema cura nel lasciar compiuti e rifiniti gli affari di Corte che, prima di suicidarsi, trascorse anni e anni armeggiando con i suoi consiglieri, firmando trattati e ricevendo in mille udienze. Sino al punto che, finalmente tutto in ordine, il povero imperatore Ottone, ormai molto vecchio e malato nel suo letto di morte, proprio non ricordava più lo strano motivo che lo aveva immerso tutta la sua vita in quel folle e frenetico ritmo di lavoro, giammai conosciuto in qualsiasi altra corte imperiale.
Julia Otxoa (Spagna), Oto de Aquisgrán
(Tradotto da Un león en la cocina, Prames, Zaragoza 1999)
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