I ponti — Arthur Rimbaud

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(Ilia Donets, Bridges)


Cieli grigi di cristallo. Un bizzarro disegno di ponti, alcuni diritti, altri convessi, altri invece che scendono obliqui ad angolo sui primi, e queste figure si rinnovano negli altri circuiti rischiarati del canale, ma sono tutti talmente lunghi e leggeri che le rive, cariche di cupole, si abbassano e si assottigliano. Qualcuno di questi ponti è ancora carico di casupole. Altri sostengono alberi maestri, segnali, fragili parapetti. Dei raccordi minori si incrociano, e fuggono via; funi salgono dagli argini. S'intravede una giacca rossa, forse altri costumi e alcuni strumenti musicali. Sono arie popolari, inizi di concerti aristocratici, residui di inni pubblici? L'acqua è grigia e blu, larga come un braccio di mare. — Un raggio bianco, cadendo dall'alto del cielo, annienta questa commedia.


Arthur Rimbaud (1854-1891),
Les ponts (da Illuminations 1886)

(Da
Arthur Rimbaud,
Poesie, Vallardi 1996 — traduzione di Dario Bellezza)

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