(John Waterhouse, Circe, 1911)
La preziosissima Circe era stufa della stupidità di Ulisse. Sebbene fosse focoso, ben dotato e bello, la convivenza non poteva continuare. Era solita cambiarlo in cane per prenderlo a calci, e lui singhiozzava e implorava il suo perdono. Lo trasformava in cavallo per galoppare fino all'isola di Aea, frustandolo con durezza. Lo tramutava in maiale per umiliarlo nutrendolo con immondizia. Tornava a dargli forma umana per fare l'amore, e tornava a indisporsi per le sue chiacchiere insulse. Alla fine lo espulse dal regno, gli restituì la sua nave e il suo equipaggio e lo fornì di cibo per un lungo viaggio. “Vattene e non ritornare”, ordinò con voce perentoria al viaggiatore in lacrime, “e per fare bella figura con la Storia racconta pure quello che ti pare”. Poi soffiò un alito magico per gonfiare la vela del vascello.
Diego Muñoz Valenzuela (Cile), Rehabilitación de Circe
(Tradotto dal sito dell'autore)
La preziosissima Circe era stufa della stupidità di Ulisse. Sebbene fosse focoso, ben dotato e bello, la convivenza non poteva continuare. Era solita cambiarlo in cane per prenderlo a calci, e lui singhiozzava e implorava il suo perdono. Lo trasformava in cavallo per galoppare fino all'isola di Aea, frustandolo con durezza. Lo tramutava in maiale per umiliarlo nutrendolo con immondizia. Tornava a dargli forma umana per fare l'amore, e tornava a indisporsi per le sue chiacchiere insulse. Alla fine lo espulse dal regno, gli restituì la sua nave e il suo equipaggio e lo fornì di cibo per un lungo viaggio. “Vattene e non ritornare”, ordinò con voce perentoria al viaggiatore in lacrime, “e per fare bella figura con la Storia racconta pure quello che ti pare”. Poi soffiò un alito magico per gonfiare la vela del vascello.
Diego Muñoz Valenzuela (Cile), Rehabilitación de Circe
(Tradotto dal sito dell'autore)
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