Handicap — José Eduardo Lopes

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Handicap

Giona si considerava un essere sproporzionato. Nonostante fosse alto possedeva, lui considerava, delle braccia molte corte, cosa che era evidente nel profilo della sua ombra e nella sua immagine riflessa nello specchio. Per compensare questa sua deficienza fisica Giona apriva e richiudeva le braccia ripetutamente, per dare agli altri l’impressione che le sue braccia fossero più grandi. E, effettivamente, cominciò a notare che gli altri lo guardavano con più simpatia, non perché, come credeva, erano ingannati dal suo trucco con le braccia, ma perché pensavano si trattasse dell’ennesimo pazzerello che voleva alzarsi in volo.


Handicap 2

La Balena si considerava un essere sproporzionato. Nonostante fosse lunga come un’isola era, nello stesso tempo, molto stretta e piatta, quasi come una tavola. Per compensare questa sua deficienza fisica imitò i delfini e prese l’abitudine di spiccare grandi salti fuor d’acqua, convinta che questa cosa l’avrebbe fatta sembrare più grassa e florida agli occhi di chi la osservava. E effettivamente, questa cosa la fece ingrassare un po’ quando, nel corso di uno di quei salti, ingoiò Giona che solcava l’aria, volando con la forza delle braccia.


José Eduardo Lopes (Mozambico/Portogallo), Handicap e Handicap 2

(Tradotto da Estrada de Santiago)

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