Testa vuota — Ricardo Bernal

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(Alberto Savinio, Ulisse e Polifemo — 1929)


Ho la testa vuota: le parole mi entrano da un orecchio, volteggiano distratte all'interno del mio cranio ed escono dall'altro orecchio. Decido di andare a far visita al vecchio Ulisse per chiedergli consiglio.

La casa è enorme. Il maggiordomo, un elegante ciclope strabico, mi invita a passare nel salone. Dopo poco scende Ulisse, barba lunga, vestaglia blu. Gli spiego il mio problema e mi accompagna in un piccolo studio, dove mi dà un vasetto pieno di cera.

— Non so se possa servire — dice —, non l'ho mai usata... Distesa sulla moquette, una sirena grassa con tubi sulla testa e la faccia piena di melma verde, come cioccolata. Esco dalla casa di Ulisse. Piove. Mi infilo la cera in un orecchio, le parole entrano dall'altro, volteggiano ma non escono. cominciano a riempire il mio cranio, scendono lungo il braccio, arrivano alle dita: le scrivo.

Ricardo Bernal (Messico), Cabeza hueca

(Tradotto dal blog El callejón de la carne)

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