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(Foto: Veerle)
Niente di più assurdo di un telefono che squilla accanto a un cadavere. Chi è che vuol mettersi in contatto con l’assente? Perché lo chiamano quando ogni messaggio è solo un rimasuglio della vita? Perché qualcuno si impegna a continuare l’attesa, e, dietro il silenzio, ripete la chiamata una e un’altra volta?
Perché chiami adesso che è inutile? Perché adesso, che mi è impossibile allungare il braccio per dirti che va bene, che è meglio così, che in questi casi non ci sono colpe, che il piombo nella tempia è un ardore che dura appena un millesimo di secondo?
Ma tu chiami, continui a chiamare. E questo è il vero tormento.
Cristian Mitelman (Argentina), El sinsentido
(Tradotto da Químicamente impuro)
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